Conoscere il Diverso

 

Siamo la Sq. Orsi del Reparto Livorno 9.

Per la nostra Specialità di Squadriglia Internazionale abbiamo deciso di scoprire altre culture all’interno della nostra regione, intervistando turisti, immigrati e abitanti sul nostro territorio.

Durante la prima tappa abbiamo preparato diverse domande, traducendole in diverse lingue, e siamo andate in giro per la città di Pisa, rivolgendo ai turisti e a chiunque incontrassimo i nostri quesiti. Siamo state stupite di quante persone e culture diverse abbiamo avuto la possibilità di incontrare: la maggior parte sono disponibili a parlare con noi, alcune non hanno voluto farlo.

Ci son state alcune difficoltà nel farsi capire e capire, ma abbiamo conosciuto persone e usanze anche tanto lontane dalle nostre tradizioni.

Queste le domande che abbiamo rivolto alle persone che abbiamo intervistato:

Cosa vorresti cambiare del tuo Paese?

Quali sono le festività del tuo Paese e come vengono celebrate?

Cosa vuol dire per te essere della tua nazionalità?

Cosa pensi dell’Italia?

Descrivi la tua cultura in tre parole

 

Descrivi la tua cultura in tre parole

Sud Italia: cibo, abbondanza, accoglienza

Italia centrale: cibo, amicizia, amore

Spagna: festa, paella, birra

Giappone: antichità, tradizionalismo

India: famiglia, cultura, festa

Portogallo: fede, coraggio, orgoglio per le gesta degli antenati e volontà di migliorare negli errori fatti nel passato e di una maggiore apertura con le persone di altre culture.

Turchia: ospitalità, cosmopolitismo, calore

Giappone-Italia

Abbiamo parlato con un ragazzo giapponese fidanzato con un’italiana e ci hanno spiegato le differenze tra le due culture: negli aspetti pratici, il cibo e il modo di porsi delle persone. Per esempio, in Giappone i commessi sono molto gentili con i clienti e li salutano con molti inchini.

Per la ragazza essere italiana significa avere una storia di cui essere fieri e il ragazzo si rende conto che i rapporti tra le persone sono molto regolamentati; vorrebbe cambiare le regole troppo strette nei legami sociali che limitano i rapporti e li rendono troppo rigidi e freddi, come ci è stato detto anche da un ragazzo cinese.

Sono diverse anche le festività: in Giappone altarini con le divinità vengono portati in giro nella città e persone travestite con i costumi tradizionali girano in processione. Il Natale viene festeggiato, ma non religiosamente e ad Agosto si celebra una festa buddista.

Portogallo

Essere portoghese significa fierezza per le gesta degli antenati, nonostante qualche volta abbiano sbagliato non mostrando apertura verso altre culture: l’obiettivo adesso è essere più aperti verso l’esterno, le persone e le culture diverse dalla loro.

India

“L’Italia ha una bella architettura, la cultura è ricchissima e le persone sono disposte ad aiutare gli altri”: questa l’immagine positiva data del nostro Paese da un uomo indiano.

Il Natale in India è festeggiato da poche persone in modo religioso, gli altri lo celebrano cantando e guardando le stelle.

Spagna

Il Natale è festeggiato con l’albero e con i Re Magi, Babbo Natale non è presente nella loro cultura. Fanno il cenone del 24 e del 31 Dicembre, ma non il pranzo del 25.

L’Italia? “Bella, ma fredda e si mangia troppa pasta!”  Il nostro Paese è anche identificato per la pizza.

La cultura spagnola è molto calda anche nei saluti: si scambiano sempre due baci quando incontrano una persona.

Come i francesi e gli italiani con cui abbiamo parlato,  vorrebbero cambiare il governo e la classe politica, che reputano una “vergogna”.

Russia

I due russi con cui abbiamo parlato ci hanno detto che l’Italia ha una bella cultura e, soprattutto, un clima molto gradevole e diverso dalla fredda Russia, abbiamo tanti giorni di sole! Il Natale viene festeggiato il 7 Gennaio, ultimo tra i giorni di festa.

Berlino-Turchia

Tre ragazze musulmane turche, residenti a Berlino, si sentono molto ricche culturalmente, perché prendono il meglio delle culture tedesca e turca, appartenendo a entrambe.

Italia: Como, Pisa, Roma, Abruzzo, Pistoia.

Essere italiani vuol dire “tutto”: orgoglio, essere fortunati ed essere il “top”, “siamo un po’ all’acqua di rose, ma siamo i  migliori!”

Gli italiani del loro Paese vorrebbero cambiare la classe politica e il governo, i trasporti e la disponibilità del lavoro.

Amano il mare e la montagna, credono però che noi italiani siamo, a volte, “furbi” nell’accezione poco positiva del termine e che l’Italia non sia abbastanza valorizzata e abbia qualche difficoltà, politica ed economica.

Alcuni italiani ci hanno anche detto che non pensano nulla del loro Paese, che la cultura “non c’è” o “non la seguono”, come se fosse un programma alla TV!

Nella seconda tappa dell’impresa, invece, abbiamo  intervistato alcuni immigrati sul territorio di Livorno e  ci siamo fatte  raccontare le loro storie, le loro esperienze e le loro culture. I due ragazzi che abbiamo incontrato provengono dal Senegal e dalla Costa d’Avorio, le consuetudini che ci hanno raccontato sono abbastanza simili.

In Costa d’Avorio, come del resto in Senegal, cristiani e musulmani festeggiano insieme il Natale, con Babbo Natale e immolando montoni.

Al momento del raccolto nei campi, è tradizione portare i prodotti a un capo affinché possa renderlo salubre con la sua benedizione. Prima di questo rito, il cibo non può essere mangiato. Poi si festeggia con musica e danze, tutti insieme.

Tutte le festività, religiose e non, vedono coinvolte persone appartenenti alle due religioni, senza distinzione. Persino all’interno di una famiglia convivono cristiani e musulmani.

In Africa i pasti rappresentano un importante momento di condivisione, si usa mangiare tutti seduti su un tappeto riuniti attorno a un vassoio che può contenere fino a dieci porzioni.

Un piatto tipico del Senegal è il thiebou dien, a base di riso, pomodoro, peperoncino  e pesce. In Costa d’Avorio invece troviamo il foutou, a base di manioca, banana e platano schiacciati con il mortaio e abbinati a salse di olio di palma o arachidi. Quando si è già mangiato non si può dichiarare che il cibo è sgradito, è ritenuto molto scortese. Il cibo viene benedetto con la formula “bismillah”: “In nome di Dio clemente e misericordioso”.

In Italia si sono trovati bene entrambi i ragazzi, gli italiani li hanno accolti bene e hanno con loro un rapporto positivo.

“In Italia si sta bene, ci sono delle cose da migliorare ma nessun Paese è perfetto.”

Hanno notato che nella nostra cultura c’è maggiore rispetto che nella loro tra ricchi e poveri: “anche se sei povero, respiri la stessa aria dei ricchi”. In Africa invece, i poveri non vengono rispettati, i più facoltosi hanno ragione a prescindere: il babbo della tua ragazza, se sei povero, può farti uccidere se non la lasci, contaminando la famiglia con la tua bassa condizione sociale.

In conclusione, dalle interviste fatte possiamo dire di aver scoperto tante culture diverse dalla nostra e conosciuto espressioni e modi di fare finora sconosciuti. E’ stata un’esperienza molto bella per noi singolarmente e per la squadriglia, che si è unita sempre di più svelando segreti lontani.

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