Mi chiamo Elisa, ho sedici anni, una vita normale, vado a scuola, esco con gli amici, palestra, musica e… scout.
Lo scoutismo è forse quella nota che altera, cambia, da’ un tocco d’arte alla colonna sonora della mia vita.
Ma forse ho iniziato a parlare dal finale, ricomincio.
Mi chiamo Elisa, ho sei anni, da quando ne ho memoria papà mi racconta spesso strane storie di ragazzi vestiti di blu che partono con un enorme zaino sulle spalle, stanno via giorni e giorni e trascorrono il tempo facendo l’impensabile.
Ogni sera racconta storie nuove, tira fuori scatole piene di “fazzolettoni”, come li chiama lui, colorati. Qualcuno è pure firmato in arabo…
Però, questi scout sono ovunque !
Mi chiamo Elisa, ho sette anni, oggi la mia mamma ha iniziato ad indossare il fazzolettone blu e bianco, ogni sabato mi porta in un posto pieno di bambini che si fanno chiamare lupetti.
un signore riccio racconta storie di un bimbo nato nella giungla, una volta al mese questo signore riccio, che si chiama akela, porta i lupetti in campagna, io posso giocare insieme a loro però devo fare la brava.
I loro giochi non sono gli stessi dei miei compagni delle elementari, i lupetti cantano, fanno dei segnali con le bandierine e un alfabeto strano che si chiama morse, guardano le stelle e dormono dentro insolite coperte dette “sacco a pelo”
Papà mi ha spiegato che anche io, quando sarò più grande, farò queste cose; ha detto che imparerò ad obbedire seguendo una promessa ed una legge…
Però, come sono bravi questi scout !
Mi chiamo Elisa, ho otto anni, Akela ha telefonato la mia mamma. Sabato devo andare in sede, mi hanno presa !
Ennio non vuole che lo chiamo per nome, quando vado a lavoro con papà posso, ma il sabato lui diventa un uccello chiamato Chil.
Chil ha detto che sono una zampa tenera e che a fine anno diventerò una lupetta.
Akela e mamma lupa mi hanno insegnato un nodo che si chiama nodo piano, è un nodo speciale e molto importante per noi scout, può tenere unite tante corde, mi hanno spiegato che più il nodo lavora più si stringe, è importante, talmente tanto che alla promessa, quando finalmente anche io avrò il mio fazzolettone, dovrò farlo davanti a loro…
Però, come sono importanti queste tradizioni scout !
Mi chiamo Elisa, ho undici anni, sono un lupo anziano, capo sestiglia dei lupi grigi.
Ora devo far capire io alle mie zampe tenere l’importanza della promessa e della legge, unite tra loro, come due corde con un nodo piano.
Non è facile fare il capo, l’unica che mi da’ ascolto è Irene, una zampa tenera un po’ timida.
Filippo e Giuseppe mi fanno impazzire, devo stare attenta che abbiano l’acqua, l’uniforme con “stile” e che non diano fastidio agli altri…
Però, quanta responsabilità che mi danno questi scout !
Mi chiamo Elisa, ho tredici anni e odio venire qui.
Il reparto non mi piace, mi prendono in giro, sono due anni che le mie capo squadriglia non mi insegnano nulla.
Il mio compito è quello di fare legna insieme a Denise.
Lei è come me, un po’ timida, qui non ha molti amici, ce ne stiamo per conto nostro e facciamo legna.
Mi racconta i suoi segreti ed io i miei.
Siamo diventate molto amiche, purtroppo mi ha lasciata sola ai campi estivi, ora più che mai odio questo posto.
Sono brava a fare legna, basta.
Però, come sono duri questi scout !
Mi chiamo Elisa, ho quindici anni.
Da quando sono nata mio padre mi parla di scoutismo, ho continuato a lottare per renderlo orgoglioso.
Faccio parte della squadriglia tigri, i ragazzi che prendevano in giro me e Denise sono passati, ora siamo noi le grandi, lei è capo squadriglia delle volpi, io delle tigri.
La mia squadriglia è meravigliosa.
Ho imparato quanto scalare una montagna possa essere faticoso, duro e talvolta doloroso, ero quasi arrivata alla vetta quando sono scivolata, sono caduta. Mentre cadevo ho sentito dodici mani afferrarmi, darmi un guidone in mano e rimettermi in piedi.
Le mie tigri mi hanno tenuta, mi hanno spinta e hanno ruggito per me.
Ho imparato da loro la promessa e la legge, le parole hanno un forte significato che ho imparato a rendere concreto.
Ho attraversato momenti bui ma la legna che ho raccolto per anni ha preso finalmente fuoco.
Anche la legna di Denise brucia, i nostri fuochi sono caldi e vivi.
Il nodo piano ha lavorato per trascinare la legna, ora è stretto.
In verità capita che si allenti un po’, ma basta tirare.
Giuseppe non è più il bambino tremendo di una volta, ora è capo squadriglia dei lupi, un grande capo squadriglia.
Il nodo è sempre più stretto.
Ho realizzato una bella legatura quadrata con Giuliana, entrambe con il sogno del jamboree, lei quest’anno partirà ed io le lascio un po’ del mio fuoco per illuminare la strada verso il Giappone.
I miei capi reparto si fidano di me, io mi aggrappo a loro.
Ho riscoperto grazie a queste persone quanto fondamentale è lo scoutismo nella mia vita.
Sono diventate la mia stella polare ed io non posso far altro che seguirle.
Però, che passione questi scout !
Mi chiamo Elisa, tra meno di un mese avrò sedici anni.
Siamo partiti per il campo estivo la vetta più alta di questa mia montagna.
La squadriglia è carica, ha un entusiasmo pari a mille, l’adrenalina sale ogni ora che passa.
Il momento dell’hike è arrivato, sono partita con Denise, in cielo le stelle non sono molto visibili ma la stella polare c’è, è li che ci osserva.
Il fiume continua a scorrere, non si ferma, per quanto possa essere faticoso, per quanto tempo possa essere passato, il suo compito è quello di scorrere.
La luna illumina tutto intorno ed il fuoco scoppietta.
È stata dura accendere il fuoco, la legna non prendeva ed il freddo iniziava a sostituire l’adrenalina.
Ho in testa una frase di B.P.: “Quando la strada non c’è, inventala”.
Mio caro vecchio B.P., io ti stimo con tutta me stessa ma devo correggerti, perché la strada c’è, prendila!
Mi chiamo Elisa, sono una scout, vivo di scotismo è vivrò di scoutismo.
La vita mi ha fatta scout ed io ho fatto dello scoutismo la mia vita.
Libellula Sognatrice
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