Intervista a Leandro Tifi

Il centenario dello scautismo rivissuto attraverso le parole dei protagonisti: intervista a Leandro Tifi.

Squadriglia Grizzly – Roma 60

LA SUA VITA SCOUT

Leandro Tifi ha vissuto il periodo scout degli anni ’60; è entrato in reparto nel ’61 ed ha fatto parte di quattro gruppi nel corso della sua vita scout: Roma 3 Asci (odierno Rm 33), Roma 4 Asci (Rm 62) e Roma 45. E’anche uno dei fondatori del Roma 38.

Ci ha raccontato che in quei tempi lo scoutismo non era molto diffuso, l’Agesci non esisteva e i vari gruppi erano divisi in maschili (ASCI) e femminili (AGI).

LE DIFFERENZE IN REPARTO

La struttura del reparto era molto simile a quella che abbiamo noi oggi ad eccezione del colore della camicia e della gonna, indossata dalle ragazze.

Già in quei tempi erano in uso i pantaloncini corti, che sono stati tra l’altro oggetto di numerosi dibattiti, soprattutto all’interno della Chiesa: nel 1919 infatti una parte dei sacerdoti affermava che i ragazzi non potessero entrare in Chiesa indossando quei pantaloncini in quanto poco decorosi, e tuttora in alcune chiese gli scout non sono ben accetti; tuttavia l’uniforme è rimasta invariata, giudicata funzionale dallo stesso B.P. Nel suo progetto originale.

Nonostante non ci siano stati cambiamenti radicali tra il reparto di allora e quello di oggi, notiamo alcune differenze: secondo Leandro oggi si confonde la tecnica con il tecnicismo; “Ai miei tempi”, afferma “si dava molta più attenzione e importanza agli aspetti tecnici come ad esempio una corretta realizzazione dell’angolo al campo e le legature”, e a proposito di queste ultime ci ha insegnato un nodo molto utile per creare i tiranti della tenda.

Sono presenti alcune differenze anche nel campo delle specialità e nel modo di conquistarle: inizialmente le prove da fare per raggiungere una specialità erano uguali in tutta Italia, poi ci fu una fase in cui vennero rimosse tutte le indicazioni e le regole, e infine una fase con solo le indicazioni di base.

Negli anni ’60 inoltre erano presenti specialità che oggi non troviamo come ad esempio Tiratore (con la carabina) e Tiratore con l’arco, tolte perchè giudicate pericolose.

IL SALUTO

Come tutti sappiamo le persone normalmente si salutano con la mano destra,gli scout fanno lo stesso?

In Italia è raro vedere scout salutarsi stringendosi la mano sinistra ma in principio, ci racconta Leandro, stringersi la sinistra era un gesto distintivo degli scout; nel Medioevo infatti era un segno di fiducia poiché la sinistra rappresentava la mano con cui si teneva lo scudo, il gesto quindi significava “io non mi difendo da te”.

Nel periodo in cui non era concesso fare scout, si erano formate alcune associazioni clandestine che per non farsi riconoscere si salutavano con la destra come tutti, da quel momento in Italia è rimasta questa usanza, “…ma se mai dovesse capitarvi di andare a un raduno mondiale” conclude Leandro “vedrete che la maggior parte delle persone si saluta con la mano sinistra”.

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