Della Squadriglia Falchi del Reparto Mizar del GRUPPO SCOUT MOLFETTA 4
Mamadou è un ragazzo di 17 anni, nato in un piccolo villaggio di nome Kranzadougou, in Costa d’Avorio.
Dopo la separazione dei genitori, all’età di sei anni e la successiva morte del padre, Mamadou si mise alla ricerca di un posto migliore in cui vivere.
Nel marzo del 2021, all’età di 13 anni, con dei risparmi che aveva racimolato, decise di partire per il Mali, dove però c’era la guerra, e quindi pensò di raggiungere l’Europa.
Con un pullman arrivò in Algeria dove rimase per 10 mesi, facendo dei lavoretti che gli permisero di mettere da parte il denaro sufficiente per ripartire verso la Libia.
Così fu, con i suoi risparmi arrivò a Tripoli, dove lavorò presso un elettrauto.
Quindi, nell’agosto del 2022 partì con un gommone insieme a 75 persone, diretto in Italia.
Dopo aver navigato per un giorno, una grande nave li avvistò e li soccorse, portandoli in un campo di accoglienza in Sicilia.
Qui, Mamadou ci ha raccontato di essere stato ospitato in una “specie” di hotel, dove risiedevano le persone rifugiate provenienti dai diversi paesi del mondo.
In questo luogo c’erano molti malati, tra cui dei ragazzi del Bangladesh che avevano la scabbia, una brutta malattia.
Poiché non venivano adeguatamente curati, nell’”hotel” cominciavano ad aumentare i contagi. Allora Mamadou, insieme ad un coetaneo che aveva viaggiato con lui, scappò dirigendosi verso Roma, in cerca di fortuna. Poco dopo, si consegnò alla polizia e fu portato in una comunità per “minori non accompagnati” che si trova proprio a Molfetta.
Mamadou racconta di essere arrivato in una notte fredda di novembre nel 2022. Grazie al tutor che gli è stato assegnato, un ex scout di nome Vincenzo, inizia ad andare a scuola, ad imparare l’italiano e anche a frequentare il nostro gruppo scout.
In questo momento della sua vita, l’associazione occupa un importante spazio; Mamadou inizia, infatti, a fare pratica nell’imparare la lingua attraverso gli incontri settimanali con i ragazzi del nostro clan. La nostra sede inizia così ad essere per lui anche un posto dove socializzare, confrontarsi con dei coetanei ed esprimere le proprie passioni.
L’estate scorsa, per i vent’anni del nostro gruppo Scout, è stato organizzato un campo estivo di gruppo in cui abbiamo trascorso una giornata in compagnia dei nostri genitori e parenti.
Anche Mamadou ha partecipato a quella giornata ed è stato attivamente protagonista delle attività.
Probabilmente quella esperienza ha contribuito a fargli capire cosa vuol dire essere Scout: una grande famiglia che va oltre i vincoli di sangue, dove ognuno è parte della comunità ed è accettato per quel che è.
Da quel momento in poi, Mamadou ha iniziato a frequentare il nostro clan e quest’anno prenderà la promessa ed entrerà stabilmente a far parte del nostro grande gruppo.
Vogliamo ringraziare Mamadou per la disponibilità che ci ha fornito e per averci fatto conoscere la sua storia.
“Soyez le chargement que vous volez voir dans le monde”
“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo” – (Mahatma Gandhi)
Un commento a "Una storia di accoglienza, la storia di Momadou"
Rachele Calabrese 11 Aprilee 2024 (7:27)
TUTTI NOI POSSIAMO ESSERE IL CAMBIAMENTO!
TANTE E TANTI SONO I MAMADOU E A LORO SERVIREBBE INCONTRARE TANTI VINCENZO E FAMIGLIE SOLIDALI.
BUON CAMMINO MOMADOU, VINCENZO E FAMIGLIA E IL GRUPPO SCOUT
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