Ciao a tutti! Siamo Cristyn, Mariarita, Paola e Patrizia: la squadriglia Aquile del Gruppo Bari 14 e stiamo lavorando per conquistare la specialità di Giornalismo. Per la nostra missione, i capi hanno scelto come meta la Lega del Filo d’Oro, un punto di riferimento qui in Italia dal 1964, per persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, ma cosa significano tutti questi paroloni? Beh, partendo dal termine sordocieco, già la parola stessa ci fa capire che si parla di persone che non posseggono né la vista, né l’udito, mentre le persone pluriminorate sono coloro che hanno una disabilità intellettiva, in aggiunta alla mancanza o di vista o di udito. La Lega del Filo d’Oro è stata fondata da Sabina Santilli, una donna sordocieca dalla nascita, con l’aiuto di don Dino Marabini nella città di Osimo, dove ancora oggi si trova la sede centrale. Una particolarità che hanno le sedi della Lega è che in tutto il perimetro dei corridoi, delle stanze e delle sale, sono presenti dei corrimani, in modo tale da rendere indipendenti i ragazzi ciechi che risiedono nella struttura. Inoltre, un’altra peculiarità sono i segnali davanti alle stanze, che permettono di riconoscerle. Una educatrice, che tra l’altro è anche capo reparto di un Gruppo della nostra zona, oltre a mostrarci la struttura e spiegarci tutto quello che c’era da sapere, ci ha raccontato di come in passato, durante un’uscita con il suo clan, ha scoperto la Lega e di come, con il tempo, è riuscita a fare della sua passione il suo lavoro. Tra tutte le stanze visitate, una ha particolarmente attirato la nostra attenzione: il laboratorio, dove i residenti si riuniscono per preparare lavoretti. Abbiamo anche noi provato a ritagliare un cuoricino gomma crepla con un apposito macchinario, ma con occhi bendati e silenzio totale, proprio per capire come facesse una persona sordo cieca. Ci hanno dato quel cuoricino e l’abbiamo reso un ferma fazzolettone! Sempre in questa saletta, abbiamo incontrato una ragazza molto simpatica che al polso portava un braccialetto fatto di perline colorate, che abbiamo scoperto essere un “contratto” per un miglioramento personale: lei cercherà di migliorare i suoi comportamenti in cambio di un premio (spoiler, il premio possono essere anche patatine). L’educatrice, ci ha fatto poi conoscere un signore sordocieco.
Per fargli comprendere chi fossimo, gli ha fatto toccare il nostro fazzolettone e, con la lingua dei segni tattile, gli ha spiegato la situazione. Dopo qualche secondo, lui ha esordito con il segno del fischietto, che associava automaticamente allo scautismo, dimostrando di aver compreso quello che stessimo facendo e soprattutto chi fossimo. Questo ci ha fatto riflettere tanto sull’importanza della comunicazione e quanto sia difficoltoso non riuscire a comunicare con gli altri attraverso le parole. Ogni giorno, ogni secondo, la maggior parte di noi ha la possibilità di osservare intorno a sé, tutto quello che lo circonda e, allo stesso tempo, ascoltare il suono più misero, come il rumore di una goccia o il cigolio di una porta, ma anche esprimere la prima idea che ci passa per la testa, semplicemente dicendo poche parole. Per chi invece, tutto questo non è possibile, è stata ideata la lingua dei segni tattile, che possiamo considerare una chiave per la comunicazione tra di noi ed una persona sordocieca. Inoltre, abbiamo chiesto all’educatrice cosa le piacesse del suo lavoro, e lei rispondendoci ha detto che è la grande responsabilità che sente di avere, e, continuando ci ha spiegato che questa deriva dal suo desiderio di essere un ponte tra le persone della Lega del Filo d’Oro e il mondo. Ogni paziente non ha la capacità di potersi relazionare in maniera propria con il mondo, ma, grazie agli educatori, questo gli è possibile. Da questa missione abbiamo imparato che, ogni tanto, è importante riflettere su tutto quello di cui siamo capaci, dobbiamo apprezzare tutto quello che questa vita ci offre, un bel panorama, una melodia, un respiro d’aria fredda.
Cristyn, Mariarita, Paola e Patrizia
Squadriglia Aquile
AGESCI Gruppo Bari 14
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