Il Jamboree continua

Articolo di Riccardo Bizio, Chirignago 1

Ciao, mi chiamo Riccardo, ho quasi 15 anni e sono uno scout dal 2012, ora sono all’ultimo anno di reparto e ad ottobre passerò al noviziato; quella che sto per raccontarvi è l’impresa che mi ricorderò per tutta la vita e soprattutto che mi ha fatto cambiare il modo di vedere le persone che non conosco.

Tutto è partito grazie ad un video su Facebook; un video che parlava di un evento mondiale di soli scout chiamato Jamboree, che questa volta si sarebbe svolto in una Riserva naturale in West Virginia, Stati Uniti.

Incuriosito, scoprii che per entrare nella lista dei partecipanti bisognava solo iscriversi mandando una specie di curriculum sulle tue capacità, abilità e competenze; questo foglio doveva essere  compilato anche dai capi reparto che alla fine dovevano scrivere un giudizio su di te, se secondo loro eri pronto, ecc…; lo si mandava alla FIS (Federazione Italiana dello Scautismo) e poi loro guardando tutte queste schede sceglievano quelli che successivamente sarebbero diventati ambasciatori italiani.

E allora lì ho detto :”Vabbè dai, buttiamoci!”; e dissi ai miei capi che avevo intenzione di iscrivermi, e loro mi hanno appoggiato molto fieri e contenti.

L’attesa durò fino a Maggio del 2018, dove mi fu detto che mi avevano selezionato, che “avrei partecipato al Jamboree!!!”. Sarei stato uno degli 800 prescelti su 1600 esploratori e guide italiani della mia età che avevano presentato la domanda.

Nei mesi che ci hanno separato da questo grande evento ho avuto modo, attraverso alcune uscite, di conoscere e approfondire l’amicizia con quei ragazzi che poi sarebbero stati i miei compagni di reparto e di avventura: altri 39 ragazze e ragazzi della mia età provenienti dal Veneto orientale.

L’inizio del mio Jamboree non è stato dei migliori a causa di alcuni inconvenienti di viaggio che ci hanno fatto ritardare l’arrivo alla Riserva; ma appena abbiamo potuto ci siamo buttati a provare le innumerevoli attività che ci venivano proposte ogni giorno.

Siamo stati liberi di scegliere se provare l’ebbrezza della zip-line, oppure i percorsi downhill, il paddle boarding, il poligono di tiro, l’arrampicata, BMX e molti altri sport. Tutto questo in aggiunta alla vita di un campo scout, fatta di giornate all’aria aperta, dormite (brevi) in tenda, cucina da campo, ecc.

La differenza è stata che non ero a contatto coi miei amici di sempre, ma con ragazzi che non avevo mai visto, di altre culture, lingue, nazioni e religioni. In tutto eravamo 45.000!!!

Una cosa che mi ha fatto molto pensare è stata la facilità con cui si faceva amicizia, oppure si iniziava solo un discorso con un/a ragazzo/a di diversa cultura, lingua, nazione e religione.

Il vivere così in armonia con gli altri, senza pregiudizi o preconcetti, penso sia stata la cosa che mi ha colpito di più in assoluto, perché si respirava un’aria fresca, libera e di pace.

Penso che lo scopo del Jamboree sia stato raggiunto proprio per questo motivo.

Oltre a queste sensazioni di amicizia e di pace ho riportato a casa anche un bel po’ di “trofei” scambiati con ragazzi di ogni parte del mondo: fazzolettoni di altri contingenti, magliette, braccialetti e tante patacche (distintivi).

Una di queste patacche avrà sempre un significato particolare per me perché a consegnarmela personalmente è stato il nipote di Baden-Powell, il fondatore del movimento scout! 😉

Spero proprio di riuscire a trasmettere a tutto il mio gruppo scout quello che ho provato e vissuto!

A presto

Riccardo Bizio

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