Gli scout del gruppo Bari 11, reparto Tuareg, hanno realizzato il loro sogno, ovvero ripulire un luogo poco curato della città: la spiaggia libera adiacente al lido San Francesco alla Rena. Per illustrare a più persone possibili il loro lavoro, hanno intervistato un ragazzo del reparto: Gabriele Di Bari.
-Prima di tutto, spiegaci cos’è un’impresa: Un’impresa è ciò che caratterizza la vita di reparto, ciò che definisce l’importanza dello scautismo dal punto di vista spirituale e caratteriale per ognuno di noi, in quanto è anche un modo per crescere e responsabilizzarsi, inoltre è un’ottima opportunità per lavorare su specialità e brevetti. Queste imprese servono anche a rafforzare il rapporto tra tutti noi, o a farci affrontare le nostre diversità
-Come avete progettato la vostra impresa?
Per realizzare questa impresa, il consiglio d’impresa si è riunito più volte per stabilire i posti d’azione e le cose da fare, poi l’ha esposto agli altri con un lancio e successivamente il reparto intero ha iniziato a progettare tutto nei dettagli, dal giorno ai materiali.
-Spiegaci in linee generali l’organizzazione della vostra impresa
Dividendoci in posti d’azione abbiamo deciso quando, in che modo, chi, dove e perché. I ragazzi di logistica hanno scelto quando: il 23 dicembre dalle 9:30 alle 12:30. Hanno procurato i materiali contattando il comune e l’Amiu. Il “dove” era stato deciso dal consiglio d’impresa: la spiaggia libera in zona San Cataldo; i ragazzi di cortometraggio hanno ideato dei mini video pre e post impresa per pubblicizzarci; il posto d’azione di giornalismo ha contattato i giornalisti, ha realizzato i volantini e insieme ai ragazzi di evento li hanno distribuiti per la città. I ragazzi di costruzioni hanno progettato inizialmente un tavolo ad incastri, ma poi con il consiglio dell’Assessore, hanno capito che poteva essere poco sicuro, quindi hanno realizzato due canestri con inciso il nome del nostro reparto; infine i ragazzi di evento si sono impegnati scrivendo delle lettere al sindaco e all’Assessore all’Ambiente e durante l’impresa hanno intrattenuto gli ospiti, che principalmente erano giornalisti, passanti e genitori curiosi
-Racconta cosa è successo il giorno dell’impresa
Il 23 mattina una volta che ci siamo radunati, abbiamo aperto l’impresa con un canto e poi ci siamo divisi i compiti come avevamo progettato. Due ragazze si sono occupate delle interviste con i vari giornalisti che si sono presentati, i ragazzi di costruzioni hanno ultimato il loro lavoro, i responsabili del posto d’azione logistica hanno distribuito i materiali per pulire e subito ci siamo messi all’opera. Abbiamo diviso i rifiuti seguendo la raccolta differenziata e ci siamo divisi in piccoli gruppi spartendoci le zone da pulire. Più tardi è arrivato l’assessore che ha preso dei guanti e ha iniziato a pulire la spiaggia insieme a noi spiegandoci anche alcuni segreti sulla raccolta differenziata. Quando l’assessore ci ha detto di doversene andare, ci siamo riuniti in quadrato e dopo un discorso finale suo e dei nostri capo gruppo, abbiamo intonato un altro canto. Successivamente ci siamo impegnati a completare il lavoro iniziato. Una volta terminato, ci siamo concessi un po’ di riposo e abbiamo festeggiato il compimento dell’impresa dividendoci un pandoro e un panettone. E’ stato molto divertente ma altrettanto stancante ed è quindi stato un sollievo mangiare qualcosa tutti insieme. Quando abbiamo terminato, ci hanno scattato delle foto. Dopo qualche minuto, sono arrivati i responsabili dell’Amiu a ritirare tutti i nostri bustoni e ci hanno ringraziati per il lavoro svolto
-Quali sono state le vostre emozioni durante l’impresa? Cosa vi ha insegnato questa esperienza?
La preparazione è stata molto impegnativa per noi, ma ci ha aiutato a migliorare il nostro legame. Una volta iniziata l’impresa vera e propria, ci siamo sentiti tutti molto motivati e contenti di poter realizzare finalmente il nostro sogno. Quando siamo arrivati sul posto, il nostro entusiasmo non è sceso per niente nonostante il freddo. Abbiamo lavorato collaborando e divertendoci. Mentre pulivamo, abbiamo capito che quello era solo l’inizio, che avremmo fatto molto di più in tutto il nostro percorso. È stato emozionante capire che eravamo un reparto unito e collaborativo, esattamente come avevamo sempre sognato. Grazie a questa impresa abbiamo capito che non bisogna aspettare che qualcun altro si preoccupi della nostra città in quanto noi per primi dobbiamo occuparcene e preservarne la bellezza perché è la NOSTRA città, di tutti noi, non dobbiamo lasciare tutto nelle mani dei potenti perché se agiamo noi per primi, riusciremo ad inculcare nelle menti delle persone questo ragionamento e di conseguenza a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato.
*Garbage=Immondizia
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