Articolo di Chiara Longo, Lecce 2
Oggi si parla del cambiamento climatico come di una minaccia esistenziale, il problema più importante di tutti e malgrado ciò si va avanti come se niente fosse. Sono tante le promesse non mantenute o i provvedimenti non presi, e infatti è stato proprio questo a spingere gli studenti di tutto il mondo a scioperare ogni venerdì. In Italia si dovrebbe iniziare a ridurre le emissioni di almeno 15% l’anno, ma adesso che la situazione si è aggravata, nessuno è più in grado di ricordare persino la quantità di gas serra già intrappolati nell’atmosfera. Inoltre, è raro che qualcuno parli del fatto che siamo nel mezzo di un’estinzione di massa, in cui ogni giorno scompaiono 200 specie animali circa. Oppure che, per esempio il tasso di estinzione, oggi, è tra le 1.000 e le 10.000 volte più alto di quello che consideriamo normale. Le grandi foreste soccombono, gli insetti spariscono, l’inquinamento rende tossica l’aria che respiriamo. Questi disastri vengono accelerati da uno stile di vita che i Paesi sviluppati considerano un diritto. Ma, allora, perché non riduciamo le nostre emissioni? Perché i politici non trovano delle soluzioni di fronte a questo problema mondiale? Però, la verità è che conosciamo tutti i fatti e abbiamo già pronte le soluzioni, dobbiamo solo darci una mossa per cambiare. Secondo l’IPCC limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi, lungimiranti e senza precedenti in tutti gli aspetti della società. In questi anni, gli scienziati si sono dedicati alla promozione dell’energia rinnovabile e hanno fatto credere a tutti che grazie a essa qualcosa sarebbe cambiato. Allora, perché le emissioni invece di diminuire, sono aumentate? La risposta è semplice: questa non basta se vogliamo rendere la Terra un posto migliore. Il nostro Paese poi, produce 4 milioni di tonnellate di rifiuti e ogni anno riversa in natura 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche finiscono nei mari d’Europa.
Nel Mar Mediterraneo la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge e provoca oltre il 90% dei danni alla fauna selvatica marina. A livello globale, sono circa 700 le specie marine minacciate dalla plastica. Oggi consumiamo 100 milioni di barili di petrolio al giorno. Non ci sono politiche a imporre che questo cambi. Non ci sono regole che ne impediscano l’estrazione. Quindi non potremo salvare il mondo rispettando le regole, perché sono quelle regole a dover essere cambiate. Il futuro della Terra è anche il nostro futuro e quello delle prossime generazioni. Probabilmente i giovani del domani ci chiederanno perché non abbiamo fatto niente quando c’era ancora la possibilità di agire. Tutte le nostre azioni, non potranno essere corrette in futuro dai nostri figli o nipoti, perché sarà ormai troppo tardi per rimediare ai nostri errori. Deve cambiare tutto. E il cambiamento deve iniziare oggi !
Grazie, Chiara.
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