Articolo di Giulia Nati, Roma 100
Erano bellissime le uscite in tenda, stare con i nostri amici, provare gioia nell’accendere un fuoco al primo colpo e sentirne l’odore e il calore. Ora di tende vediamo quelle di casa, gli amici sono sul pc, e il fuoco si accende sempre al primo colpo, ma non è lo stesso muovendo la manopola. Nonostante questo, lo scautismo non si ferma! Perché la Promessa non è una cosa materiale che si può mettere in quarantena. Per questo, grazie ai computer, molti reparti hanno continuato a fare attività, attraverso videochiamate. Per quando riguarda il nostro reparto, il Roma 100, facciamo riunione di reparto ogni domenica su zoom, e noi squadriglie facciamo riunione una volta a settimana per continuare le nostre attività di squadriglia, ma anche per vederci e parlare, cercando di ricreare quell’ambiente speciale, quell’aria che si respirava solo in sede (insieme alla puzza di chiuso), dove fa nulla se il compito è andato male o sei hai litigato con qualcuno. Non è perfetto, non è lo stesso che in sede, ma è qualcosa. E poi, per noi scout che siamo abituati a stare all’aria aperta, la quarantena è una sofferenza in più e siamo pieni di dubbi: il campo si farà? Ma avrò mai il mio totem? chiedono i più piccoli; quando farò il mio primo hike? si domandano i più grandi.
Ma gli scout sorridono e cantano anche nelle le difficoltà, perciò restiamo positivi e sfruttiamo al meglio questa quarantena. Ad esempio, avevi appena iniziato a lavorare per un brevetto, ma all’improvviso ti ritrovi chiuso in casa, e non c’è verso di completarlo. Potresti provare a cimentarti in una cosa diversa, conciliando quarantena e impegni, scoprendo anche nuovi interessi di cui prima non si era a conoscenza! Magari c’era un brevetto “schifato” un po’ da tutti, che invece scopri essere molto divertente da sviluppare in questa situazione! Stessa cosa per le specialità. Adesso si ha tutto il tempo di completare specialità trascinate dietro da tempo, da quando si è entrati al reparto, e non si ha mai avuto il tempo (voglia) di completarle. Si può provare a scrivere una canzone da suonare tutti insieme al campo, se si farà, o imparare legature nuove: bastano spago e matite! Oppure si può iniziare a progettare le costruzioni per il campo: modi per passare il tempo e non gettarsi in pessimismi.
Dopotutto, lo scautismo non si è mai fermato, e se i nostri avi sono resistiti un giorno in più del fascismo, rischiando la vita, noi potremo sempre resistere un giorno in più del virus, stando in casa. Si può fare!
Nessun commento a "Un giorno in più del Coronavirus"
I commenti sono moderati.
La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
La moderazione non è immediata.
I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.